2.11.16

Black Mirror arriva su Netflix



Una terza stagione sorprendente

L’eterna lotta per l’ascesa sociale esplode con forza nel mondo fantascientifico e futuristico di Black Mirror

E’ arrivata su Netflix la terza stagione di Black Mirror, la serie distopica che ha appassionato milioni di telespettatori. La prima puntata arriva il 21 Ottobre sulla piattaforma di tv streaming online e colpisce ancora nel segno. Si tratta anche questa volta di una stagione antologica, quindi per ogni puntata di Black Mirror i personaggi e le ambientazioni sono diverse, l’unico comun denominatore è la presenza invasiva della tecnologia. Una tecnologia che sembra quasi sempre evocare scenari apocalittici.

Nosedive: la prima puntata shock di Black Mirror

La puntata che apre la stagione si chiama Nosedive, una parola che identifica una caduta improvvisa molto violenta dalla quale è difficile rialzarsi. Una caduta reale, ma anche metaforica. Nel caso della protagonista interpretata da Bryce Dallas Howard si tratta di una perdita di gradimento. In un mondo dove è possibile interfacciarsi con il resto della società principalmente attraverso il filtro di un social network, che permette di valutare le persone da una a cinque stelle, la tragedia sembra annidarsi dietro l’angolo. Le ricadute sulla vita reale dei personaggi che popolano quel mondo sono inevitabili, l’attività digitale non solo produce la realtà sociale, ma in aggiunta la manipola e la deforma. Un mondo nel quale non è concesso il minimo errore perché ogni azione indesiderata è punita con un voto basso. L’equivalente del dislike su facebook - se esistesse – proviamo a pensarci, potrebbe causare danni inimmaginabili sulla credibilità delle persone.

L’eterna lotta di classe rappresentata ai tempi del digitale

In fondo ciò che rende la prima puntata di Black Mirror 3 memorabile, è l’interpretazione di tematiche assai care alla sociologia di fine Ottocento come il potere di classe, la mobilità sociale o il discorso nulle culture egemoniche e quelle subalterne, in chiave squisitamente contemporanea. Gli strumenti messi a disposizione dallo sviluppo tecnologico sicuramente hanno reso diverso il mondo in cui viviamo, ma sono in grado di permetterci di superare le grandi questioni che attanagliano l’umanità da un tempo così lontano nella storia? Da quello che è possibile apprendere dalla prima puntata della terza stagione della serie creata dallo sceneggiatore Charlie Brooker, le cose non sono poi così cambiate, la storia è sempre una questione di flussi e riflussi storici come ci ricorda Gian Battista Vico. Anche se in questo caso sono le “stelle” gli indicatori di appartenenza o meno ad un certo gruppo sociale (in altre epoche si sarebbe parlato di ornamenti, colletti bianchi o tute blu) le disuguaglianze legate al ceto permangono tuttora e la struttura societaria non accenna a spostarsi più di tanto, nonostante i numerosi progressi che contraddistinguono la nostra epoca.