25.12.16

E se dio non esistesse più?

The Last Outing of the Pope
Che sia un segno dei tempi che in contemporanea con la trasmissione su Sky Atlantic della miniserie del regista napoletano Paolo Sorrentino The Young Pope (2016) l'etnologo francese Marc Augé pubblichi Le tre parole che cambiarono il mondo (2016), un racconto ambientato in un prossimo, vicinissimo futuro, il 2018, in Vaticano?

Il papa messo in scena dal regista italiano, il giovane e poco influente cardinale Lenny Belardo, che assume il nome di Pio XIII (Jude Law), è un personaggio con comportamenti e atteggiamenti decisamente eccentrici rispetto all'idea che la retorica cattolica e il senso comune gli attribuiscono: cioè di autorità paterna, pacifica, discreta. Inflessibile, rigido, distante, ma anche manipolatorio, spiazzante, arrogante, a volte sprezzante, presto Pio XIII fa capire alla gerarchia – all'apparato – pontificio che non ha nessuna voglia di scendere a patti con una organizzazione e una distribuzione del potere interna al Vaticano tradizionale e consolidata, abituata a orientare e condizionare il pontefice di turno: il papa, il "vicario di dio in Terra", è il sovrano assoluto, e di conseguenza, lo è lui, Pio XIII.

Sembra quasi che il nuovo papa, il giovane papa, si prepari a esercitare un potere totale, feudale addirittura, usando come armi le sue prerogative – che non possono essere messe in dubbio apertamente – e la sua abilità dialettica – che nessuno riesce a contrastare per prendere continuamente in cotropiede i suoi interlocutori a San Pietro. È, chiaramente, una lotta per il potere, quella che si svolge sotto i nostri occhi di spettatori, ma è anche la messa in scena di una dialettica del disordine e della confusione – due eventualità considerate come la peggiore iattura dai cattolici – in cui finisce per trovarsi l'aristocrazia vaticana incalzata dai comportamenti e dalle decisioni di Pio XIII.

Studio sul ritratto di Innocenzo X di Velazquez (Francis Bacon, 1953)
Sembra quasi, in certi momenti, che il papa lavori per scardinare il sistema di credenze della chiesa, o forse – più subdolamente – per mettere alla prova la saldezza di queste nei prelati che lo circondano. Perché, in realtà, la sua fede non è salda come dovrebbe essere. Come forse, ormai (questo sembra trasparire dal tono satirico che Sorrentino dà alla sua narrazione), non lo è per la maggior parte di coloro che rappresentano la religione, almeno quella cattolica – che appaiono come colo che il papa giovane cerca di mettere alla prova, o in trappola.

Delle sue incertezze e della sua ambivalenza è prova il sogno che Pio XIII fa appena eletto, e che apre di fatto la miniserie, in cui apre il suo primo discorso affacciato al balcone vaticano chiedendosi, e chiedendo ai fedeli raccolti in massa in Piazza San Pietro, "Cosa ci siamo dimenticati? Cosa ci siamo dimenticati? Ci siamo dimenticati di noi stessi! [...] Fatemi essere molto chiaro. Io sono qui per una sola semplicissima ragione. Non dimenticare nessuno. Noi non dimentichiamo nessuno! Dio non lascia nessuno indietro!

Finché, continuando sullo stesso tono, cambia completamente registro: "Noi non abbiamo scelta: dobbiamo essere in armonia con Dio. E cos'altro abbiamo dimenticato? Abbiamo dimenticato di masturbarci, di usare contraccettivi, di abortire..." e via continuando, fino a dichiarare che "... c'è un'unica strada che conduce alla felicità. E questa strada è quella della libertà!"

Ecco, viene il dubbio che con queste sequenze il regista napoletano voglia non tanto scandalizzare – credenti e anime pie "politicamente corrette", quanto disegnare un personaggio conflittuale, che deve molto alla chiesa (Lenny è stato abbandonato da piccolo dai genitori, e accolto in un orfanotrofio cattolico), ma nello stesso tempo capiamo che sente di avere più di un motivo di contenzioso con il suo dio per il torto che ritiene di aver subito... Da qui, il rancore sotterraneo che sente, e che sfoga contro i rappresntanti della chiesa romana e la loro ipocrisia – o ingenuità, a seconda dei casi.

Insomma, Sorrentino esibisce una chiesa – l'istituzione e i suoi rappresentanti – in difficoltà al suo interno, che dietro una facciata sempre uguale, che tramanda serenità e sicurezza, fidando sulla sua impenetrabilità, nasconde dubbi, rancori, conflitti, seppur nascosti dietro i sofismi e le allusioni di cui sono fatte le discussioni teologiche e procedurali.

Una descrizione sottile, ironica, seppur magari inconsapevole, degli effetti profondi del "disincantamento del mondo", del suo scavare alle radici i fondamenti della fede, le certezze degli araldi della religione...

molto più allegramente ironico è invece il racconto – una lieve incursione nella fantascienza – di Marc Augé, che giocando sulla narrazione di anticipazione immagina che il primo aprile del 2018, il giorno di Pasqua, il papa, quello attuale, Jorge Maria Bergoglio, si affacci anche lui al balcone del Vaticano per annunciare, urbis et orbis, che... “«Dio non esiste!» (...) Un silenzio assoluto scese su Piazza San Pietro. Numerosi furono quelli che trattennero il fiato in attesa di ciò che sarebbe seguito: le parole decisive che avrebbero incenerito l’affermazione sacrilega che il papa avrebbe ovviamente condannato, rivelandone pure gli autori. Ma Francesco volse le spalle e se ne andò…”

Il narratore – immaginiamo che sia lo stesso Augé che racconta in prima persona – che dopo una passeggiata aveva acceso il televisore, rimane dapprima sconcertato, poi sempre più incuriosito, comincia a cambiare un canale televisivo dopo l'altro, per vedere che impatto ha avuto l'outing del vescovo di Roma, sui vari network. Nei giorni successivi, andando in giro, osserva come l'abdicazione alla stessa esistenza del massimo rappresentante del cattolicesimo, abbia influenzato credenti, "tiepidi", agnostici, atei... e, naturalmente, i rappresentanti delle altre confessioni religiose, che – di fatto – si vedono mettere in discussione essi stessi, visto che un testimone autorevole dell'esistenza di dio come il papa di Roma, al di là delle differenze confessionali, abbia dichiarato, sostanzialmente, che "il re è nudo!".

Intanto, mentre i media di tutto il mondo rilanciano le dichiarazioni imbarazzate dei leader politici, ideologici, religiosi di tutto il mondo, la gente comune coincia a salutarsi per strada al motto di "dio non esiste!", sorridendosi pacificamente e seraficamente.

Un sogno, come nel caso del papa di Sorrentino? No: il narratore di Augé racconta che – grazie ad un suo "contatto" speciale – riesce a scoprire che si è trattato di un complotto: gli scienziati di tutto il mondo, spaventati dei rischi connessi ai conflitti mondiali (che trovano sempre nella religione il motore più potente) si sono messi d'accordo e hanno sintetizzato una sostanza chimica che, sciolta nell'acqua, ha l'unico effetto di far sparire dalla mente delle persone una qualsiasi idea di sacro, di religione, di soprannaturale. Quello su papa Francesco è stato un esperimento che, vista la sua riuscita, verrà replicato in tutto il mondo. E così avviene, portando improvvisamente la pace in tutto il pianeta...

Coincidenze, scrivevamo, quella fra la proiezione della serie tv di Sorrentino e il libretto di Augé? "Le coincidenze non esistono", scriveva il laicissimo James G. Ballard anni fa. Forse l'emergere di un clima di stanchezza, nei confronti di una sfera – quella del sacro istituzionalizzato – sempre più sdrucita e fiacca. Altre grandi narrazioni incardinate su etiche dell'irrazionalismo e dell'intransigenza – come semptre verso gli altri – avanzano nel nostro tempo: quella "ecologista" (Camorrino, 2015), quella "psicologica" (Illouz, 2013)...

dal canto nostro, ricordiamo le parole di Peter Berger, maestro della sociologia della conoscenza contemporanea – e pastore protestante, sul modo di porsi della sociolgoia nei confronti della religione: "La fondamentale prospettiva della teoria sociologica qui proposta è quella per cui la religione deve essere intesa qui come una proiezione umana, radicata in specifiche strutture della storia umana" (Berger, 1984).

Bibliografia

  • Augé, M., Le tre parole che cambiarono il mondo, Cortina, Milano, 2016.
  • Berger, P. L., La sacra volta, Sugar, 1984.
  • Camorrino, A., La natura è inattuale, Ipermedium libri, S. Maria Capua Vetere, 2015.
  • Illouz, E., Perché l'amore fa soffrire, il Mulino, Bologna, 2013.

Videografia

  • Sorrentino, P., The Young Pope, Ita/Fr/Esp, Sky Atlantic, 2016.